2 Giugno 2009
Prima salita per me e Guido nel bacino del Glacier Noire nel massiccio degli Ecrins.
Lo scorso weekend salendo alla Barre des Ecrins con gli sci e poi per il couloir Coolidge, siamo stati colpiti dalle ottime condizioni delle pareti Nord che si affacciano sul Glacier Noire, particolarmente bianche in questo fine primavera.
Da sinistra a destra guardando verso Sud, troneggiano le pareti Nord del Pelvoux, del Pic Sans Nom, del Coupe de Sabre e dell’Ailefroide, una sequenza di roccia, neve, ghiaccio e verticalità che ha poco da invidiare ad altri settori ben più blasonati, come ad esempio il bacino di Argentiere sul M. Bianco. Le cime del Glacier Noire sono di poco superiori ai 3900 metri, ma sarebbe un grave errore sottovalutarle semplicemente perché non raggiungono la fatidica quota 4000.
Rispetto alle cime di altri massicci come il Rosa o il M.Bianco, (o perlomeno rispetto a certe zone di questi massicci), gli Ecrin offrono un ambiente ben più selvaggio: nessun impianto di risalita, pochi rifugi, poca attrezzatura sulle vie (spit, corde fisse, etc.), poca gente in giro, poca o nessuna copertura telefonica, e ben presto ci si rende conto che questi 3900 m possono essere ben più ingaggiati ed avventurosi di tantissimi altri 4000.
La via che abbiamo scelto come iniziazione è tra le più facili del Glacier Noire: il Couloir Nord al Col Est del Pelvoux (D).
http://www.camptocamp.org/routes/54399/fr/col-e-du-pelvoux-couloir-n
La via presenta difficoltà abbastanza contenute su neve e ghiaccio (max 60°), ma è comunque bella e d’ambiente, con più di 1700 m di dislivello, e una discesa da 2000 m infinita; in giornata è già un bel viaggio. Siamo partiti a mezzanotte da Torino, alle 3 abbiamo lasciato l’auto a Pre de Madame Carle, alle 6 siamo arrivati a base canale, alle 9,30 al colle Est. Da lì l’idea originale era di concatenare il couloir Mettrier (AD 45° max) facendo gli ultimi 300 m fino alla cima del Pelvoux, ma avendo trovato parecchia neve da battere dai 3300 m in su, fino a 30-40 cm caduti nei giorni precedenti, il couloir sarebbe stato veramente estenuante e così abbiamo deciso di scendere e sfruttare un po’ di rigelo ancora presente sulla normale. In discesa abbiamo trovato una traccia che, insieme a un meteo perfetto, ci ha facilitato la vita e tolto ogni esitazione sulla scelta dell’itinerario, così alle 12,30 siamo arrivati al rifugio Pelvoux, (chiuso, nemmeno un’anima viva in giro), e alle 14,30 eravamo ad Ailefroide, pronti per chiedere un passaggio in autostop fino al Pre. Siamo stati accompagnati da due ragazzi della Valle Stura che quel giorno hanno salito il Couloir N del Coupe de Sabre, e che avevamo incontrato la notte nel Glacier Noire, unica cordata insieme a noi quel giorno in tutto il bacino.
La via ci è piaciuta molto, e il posto ancora di più; sicuramente ci toccherà tornare da quelle parti!