Alla Torre di Aimonin, in Valle Orco, ci sono alcune vie molto famose, come il Pesce d’Aprile, Lo Spigolo, il Diedro, adatte ad un primo approccio con l’arrampicata Trad e per questo molto ripetute.
Ve ne sono però molte altre che solcano le placche grigio chiaro della Torre, molto selettive e per questo non molto conosciute, chiodate dal basso dal grande Manlio Motto nei primi anni ’90.
Alcune di queste, a detta degli esperti, sono dei capolavori, dove l’uso degli spit non toglie ingaggio e impegno, dove anzi la componente psicologica data dalla distanza delle protezioni e dall’obbligatorietà dei passaggi è caratteristica integrante degli itinerari.
Sono sempre stato molto attirato dall’arrampicata in placca, credo sia la più bella, difficile ed elegante, e ho sempre ambito a fare qualche via alla Torre di Aimonin.
Siamo partiti da 2 vie abbastanza abbordabili:
– Papaveri e Papere ED+ (7A max, 6C+ obb.)
6B+ 6C+ 6A 6B+ 7A
– Sublime ED (6C+ max, 6B+ obb.)
6C+ 6B 6B+
Che dire, bellissime!
Papaveri è decisamente più difficile, tutti i tiri sono molto impegnativi. Il primo ha un passaggio fisico, il secondo è duro e psicologico, in un paio di moschettonaggi si tira su la corda con il dubbio che il poco attrito sia sufficiente a farti partire i piedi, il terzo è un 6A interessante !!!, il quarto prima difficile in placca e poi di continuità, il quinto veramente duro richiede massima concentrazione dal primo all’ultimo spit.
Sublime merita alla grande per i primi due tiri, il terzo è bruttino.
La chiodatura è sì psicologica ma quasi mai pericolosa, ben diversa da quella trovata quest’estate su Titanic in Val Ferret (sempre Motto), dove più volte ho avuto la sensazione di fare un gioco stupido!
Per le vie sono sufficienti 10 rinvii, e un paio di friend medi non obbligatori.