Corso Roccia

Pigne d’Arolla – Corso di Alpinismo 2011

A volte ti rimane lì per anni, le stagioni si susseguono e  non riesci a trovare il momento giusto.

Non che manchino i momenti durante l’anno, ma lì si va d’estate o in primavera con gli sci, con la neve ma non troppa, ma neanche troppo poca che poi escono troppi buchi sul ghiacciaio.

Ci vuole bel tempo altrimenti “che si va a fare in quota se poi non si riesce a veder il panorama”, ci vogliono soci giusti, gente che cammini ma che non sia neanche troppo “invasata tecnicamente” che cioè non cerchi solo e sempre il grado, la velocità, la quota……

Finalmente ad inizio luglio tutte queste condizioni si sono materializzate all’interno del percorso didattico che prevede il nostro Corso di Alpinismo e allora……si va.

Destinazione Arolla, val d’Herens, Vallese, Svizzera.

All’arrivo, dopo un viaggio neppure troppo lungo, si gusta subito il vero paesaggio alpino del versante  settentrionale delle Alpi: valli strette e lunghe modellate dagli antichi ghiacciai, cime alte e slanciate che partono dai ghiaioni posti al di sopra di verdissimi pascoli, paesini caratteristici con sullo sfondo grandi cime come la Dent Blanche….

La nostra meta è la Pigne d’Arolla, un quasi 3800 (3790) che svetta alto sulle tormentate morene dei ghiacciai della Piece e di Tsijiore Nouve. Alla sua sinistra il mont Collon, che ci accoglie subito con una bella scarica di seracchi che percorre il suo profondo versante nord…..sì siamo in montagna.

Il nostro itinerario prevede la traversata della montagna da ovest ad est, partendo da Cabane des Dix e scendendo da Cabane des Vignettes. Il pomeriggio quindi è dedicato a raggiungere il rifugio, posto in una valle parallela a quella percorsa per arrivare ad Arolla, sulla sinistra orografica del Glacier de Cheilon a monte del Lac des Dix formato dallo sbarramento dell’enorme diga chiamata Grande Dixence.

Il dislivello non è eccessivo, circa 900 mt per arrivare al Pas de Chevre dal quale si passa sull’altro versante scendendo una ventina di metri per scalette metalliche verticali ancorate alla roccia. Una bella camminata senza fretta, senza coda alla funivia lungo prati e ghiaioni facili che lasciano spazio per far andare la fantasia….Attraversato il ghiacciaio dopo una breve risalita si raggiunge il tipico rifugio svizzero: posizione panoramica con una splendida vista sulla parete nord del Mont Blanc de Cheilon, ben tenuto, pulito, ben gestito e……caro.

La mattina seguente sveglia antelucana come di norma per le salite su neve nelle alpi occidentali; si parte appena albeggia, in modo da poter vedere il migliore percorso sulle morene sassose della parte bassa del ghiacciaio già secco nonostante sia solo l’inizio di luglio. Poi, dopo esserci legati, la salita prende “quota”; i panorami si allargano, attraverso i colli si intravedono le cime circostanti tingersi di rosa, la via prende forma attraverso alcuni crepacci bonari che si fanno intuire facilmente. Arrivati al col de Breney il percorso è chiaro e si ha una stupenda veduta sulla seraccata della parete nord della Pigne e sul Cervino distante qualche chilometro.

In cima spira un forte vento da nord-ovest ma la soddisfazione di essere al centro dell’arco alpino occidentale con un panorama che spazia dal Monte Bianco all’Oberland, dal Gran Paradiso al Monterosa non ha eguali. Nonostante il freddo restiamo un po’ in contemplazione, guardando la maggior parte dei 4000 delle alpi, immaginando prima o poi di salirne qualcuno…

La discesa percorre la via normale da Cabane des Vignettes. Essendo rivolta ad est, nella parte inferiore la neve si sta già ammorbidendo. Si passa velocemente sotto la seraccata posta di fronte al rifugio e poi per il Glacier de la Piece si ritorna a prendere il sentiero che riporta a valle.

Nonostante la cima non raggiunga i 4000, il dislivello di 1800 metri in discesa si fa un po’ sentire ma grazie all’entusiasmo ed all’ottimo allenamento dei nostri 3 allievi Serena, Luca e Vittorio a mezzogiorno siamo tutti alla macchina.

                                                                                              Guglielmo Finello

                                                                                              Roberto Bellardi