Archivi tag: alpinismo

Nord dell’Aiguille du Midi

L’inverno è finito da un po’, è ora finalmente di fare un po’ di alpinismo? La nostra soddisfazione ce l’eravamo comunque presa un sabato, quando abbiamo salito una via sulla Nord dell’Aiguille du Midi.

Via bellissima, una linea logica e verticale dalla base alla cima, per 1000 metri: all’incirca 500 di canale iniziale su neve e qualche roccetta, 5 diri di goulotte da 60 metri l’uno, 200 metri finali di cresta per arrivare in cima. Condizioni erano buone, qualche tratto di misto, uscita molto “interessante”, a un certo punto il ghiaccio finisce, o quasi….

Partiti dal rifugio del Plan de l’Aiguille alle 4 siamo usciti alle 15, ma avevamo davanti una cordata che ci ha costretto a lunghe attese dove la via diventa stretta e obbligata. Per noi è stata una bella fatica e una enorme soddisfazione, salita assolutamente consigliabile.

Ormai è tardi……

Gran Paradiso – Per l’ispirazione

Traversata Piccolo – Gran Paradiso

Si intende la traversata dal colle di Montandayné fino in cima al Gran Paradiso, che offre una delle cavalcate in cresta più interessanti e divertenti della zona; non è molto frequentata e questo fattore ne accresce la bellezza.

Esiste una relazione essenziale ma piu’ che sufficiente sul sito del rifugio Chabod.

Materiale: 1 corda da 40 m, 2-3 rinvii, 1 serie di friends dal #.5 al #1 Camalot, 2 fettucce, ramponi e piccozza.

è ora…..

Granta Parey

Granta Parei 3387 m Valle di Rhemes

Il10 luglio 2011 la scuola di Alpinismo Alberto Grosso ha effettuato l’ultima uscita del corso di alpinismo salendo la Granta Parei, una delle più importanti cime della Valle di Rhemes. Questa montagna è caratterizzata da due versanti opposti sia nell’esposizione sia nelle caratteristiche. Mentre il versante est-sud-est si presenta  come una parete verticale di roccia calcarea che precipita sui prati e sulle morene per più di 400 metri, il versante ovest è formato da uno scivolo di neve interrotto da alcune brevi fasce rocciose.

Sulla verticale parete est corrono diverse vie d’arrampicata di difficoltà medio-alta e sulla parete ovest passa la via normale classificata PD.
Negli anni passati questa via, anche in estate, si svolgeva prevalentemente su neve con qualche breve e facile passo su roccia ma con lo scioglimento progressivo dei ghiacciai nella stagione calda ci si trova spesso a progredire faticosamente su sfasciumi con alcuni tratti di arrampicata non difficile ma delicata a causa della qualità della roccia.

Nelle attuali condizioni la classica via normale della parete ovest può essere egregiamente rimpiazzata dalla solare e divertente cresta nord est grazie alla quale si evita anche il ghiacciaio.

Dal rifugio Benevolo si imbocca il sentiero per il lago di Goletta  che risale il versante sx orografico della valle.
Una volta sbucati sopra la spalla erbosa continuare sul sentiero seguendo le indicazioni per il lago.

Dopo circa 10 minuti notare sulla sinistra una traccia con ometti e bolli gialli che rimane sulla cima del crinale mentre il sentiero principale piega leggermente a destra scendendo verso il lago.
Prendere la traccia a sinistra e seguirla lungo tutto il crinale fino ad una statua di San Bernardo.

Da qui in poi la traccia si fa meno marcata e continua a risalire il crinale puntando all’evidente cresta nord est della Granta Parei.
Risalire l’ampia cresta di sfasciumi ( nevai ad inizio stagione) fino alla base della parte rocciosa. Traversare a sinistra fin sul limite della spalla detritica dove si trova un ometto ed uno spit ad indicare l’attacco dei tiri.

La parte rocciosa si supera con 5 facili tiri con soste a spit ogni circa 25-30 m trovando uno spit per tiro.

Terminati i tiri un breve ed aereo tratto di cresta conduce alla vetta della Granta Parei. 5 ore dal rifugio.

Dalla cima ci sono diverse possibilità di discesa, sia direttamente sotto la cima raggiunta oppure dall’altra posta più a sud.
Noi ci siamo portati sull’altra cima da dove parte una traccia di discesa lungo il versante ovest.

Dopo 50 metri su sfasciumi reperire un ometto sul bordo di un canalino roccioso. Spit con maillon.

Una calata di circa 30 metri porta ad una cengia.

Seguirla verso nord per circa 50 metri fino a reperire uno spit  posto su uno sperone roccioso leggermente strapiombante.

Con una doppia da 30 metri si arriva sul ghiaione che si segue fino al ghiacciaio.

Dal ghiacciaio ci si porta sul itinerario di salita nei pressi del San Bernardo.

Tutte le doppie si possono evitare disarrampicando.

Volendo si può scendere lungo la via di salita.

Umberto Bado – Guida Alpina

Granta Parey

Granta Parey

Granta Parey

Granta Parey

Rebuffat + Tacul

Penultima uscita del Corso di Alpinismo 2011.

E’ la penultima uscita del corso di alpinismo e il meteo e’ ottimo … Michele ed io eravamo dell’opinione che una simile congiuntura andasse sfruttata per bene. Avrebbe dovuto essere una uscita su ghiacciao in quota: un primo giorno di avvicinamento ed il secondo per la salita: quello che non ci attraeva era propio il primo giorno da utilizzarsi solo per avvicinarci alla meta. Cosi’ si elaboro’ la proposta: il primo giorno partiremo presto alla volta della funvia che porta all’Aiguille du Midi, faremo una via di roccia e il giorno seguente faremo la salita su ghiacciaio. Per la roccia la scelta cadde sulla via Rebuffat: stupenda via sulla Sud dell’A. du Midi, 3.850m, difficolta’ dichiarata 6a, 200m di dislivello. Al rifugio dei Cosmiques c’e’ sempre troppo affollamento: la notte la passeremo in tenda e il giorno dopo punteremo al Mont Blanc du Tacul 4.248m per la via normale.
La Rebuffat si dimostro’ molto bella, lunga (l’andamento e’ un po sghembo) e non banale (come spesso mi e’ capitato su itinerari del mitico Gaston Rebuffat): i tiri di corda si susseguono e la difficolta’ non scende quasi mai sotto il 6a. Verso la fine siamo tutti un po stanchini pero’ la bellezza dell’ambiente e’ ampiamente all’altezza delle fatiche. Scesi in doppia e giunti alla tenda i più si addormentano ma i fornellini funzionano male …. niente di caldo e quindi anche pochi liquidi ingeriti. La notte e’ freddina e al mattino c’e’ chi ha mal di stomaco, chi male ai piedi, chi non ha dormito … comunque verso le 5 riusciamo ad incamminarci verso il Tacul. Il percorso e’ molto scenografico e si aggirano diversi seracchi (dal basso sembravano meno minacciosi … ma fortunatamente non si muove nulla). Un tiro di misto adduce alla vetta, completando cosi’ la salita. Unico neo del weekend e’ la coda trovata in funivia per scendere, la coda per il tunnel del monte bianco (cambio turno pompieri) e la coda in autostrada (lavori in corso …) insomma dalla funivia (alle 14) arrivo a casa (a Genova) all’una di notte … ma non si può chiedere troppo!

Marmolada – Punta Penia

Io e Andrea partiamo lunedì mattina a far visita ad amici del Comelico…ma prima una puntatina sulla regina delle Dolomiti.
Scegliamo di salire sulla punta più alta del gruppo per la via normale, partenza dal Rifugio Pian dei Fiacconi. In poco meno di 2 ore raggiungiamo la punta attraversando il ghiacciaio ormai alla fine della sua vita, divertendoci su un canale attrezzato a ferrata e suguendo il “filo” della Schena de Mul
Su consiglio del gestore (rocciatore storico!) scendiamo sul versante opposto verso la Forcella della Marmolada..una lunga discesa ferrata che sfocia in un’altro rimasuglio di ghiaccio nero. E poi giù sino alla macchina al Passo Fedaia.
Una bella esperienza, con un buon amico, e un inevitabile ricordo ai nostri amici che tanto desideravano le dolomiti.

Les Courtes – La via degli Svizzeri

Dopo la stagione di ghiaccio, è finito da un po’, è ora finalmente per alpinismo?!

In funivia si arriva ai Grand Montet a 3300 metri di quota, poi si attraversa il ghiacciaio dell’Argentiere. Il posto in cui si arriva è uno di quelli più straordinari delle alpi, con vista sulle pareti nord di montagne come l’Aiguille Verte, Le Droites, le Courtes, il Triolet, ed ovviamente è frequentato da alpinisti in grado di salirle.

Abbiamo fatto una delle piu facile nella zona, la via degli Svizzeri alla nord delle Courtes. La via degli Svizzeri è diventata oggi una via classica, da percorrere quando la neve è sufficientemente attaccata alla parete, generalmente ad inizio primavera.

Sicuramente il più bell’itinerario della parete poiché è il più diretto. In salita come in discesa, l’assicurazione della cordata su terreno nevoso e glaciale è uno dei punti chiave di questa ascensione.

Ormai è ora…

Aiguille de Sialouze

La traversata di Sialouze è una bella cresta con tratti esposti ed aerei, un invito ad arrampicare su una vena di buona roccia, nel cuore di alcune tra le più belle montagne del massiccio delgi Ecrins, in particolare il Pelvoux el il Coup de Sabre.
Una salita rocciosa è costituisce un buon avvicinamento a questa zona con passagi di scalata generalmente ben protetti (fine V grado), affrontata con gli scarponi, e una discesa in doppia attrezzata (catena e maion nuove di zecca tutte sulla destra orografica del canale finale).

Bella giornata in ottima compagnia e abbiamo fatto in giornata da Torino (è un incubo…)

Ormai è ora…

Couloir Nord al Col Est del Pelvoux

2 Giugno 2009

Prima salita per me e Guido nel bacino del Glacier Noire nel massiccio degli Ecrins.
Lo scorso weekend salendo alla Barre des Ecrins con gli sci e poi per il couloir Coolidge, siamo stati colpiti dalle ottime condizioni delle pareti Nord che si affacciano sul Glacier Noire, particolarmente bianche in questo fine primavera.
Da sinistra a destra guardando verso Sud, troneggiano le pareti Nord del Pelvoux, del Pic Sans Nom, del Coupe de Sabre e dell’Ailefroide, una sequenza di roccia, neve, ghiaccio e verticalità che ha poco da invidiare ad altri settori ben più blasonati, come ad esempio il bacino di Argentiere sul M. Bianco. Le cime del Glacier Noire sono di poco superiori ai 3900 metri, ma sarebbe un grave errore sottovalutarle semplicemente perché non raggiungono la fatidica quota 4000.
Rispetto alle cime di altri massicci come il Rosa o il M.Bianco, (o perlomeno rispetto a certe zone di questi massicci), gli Ecrin offrono un ambiente ben più selvaggio: nessun impianto di risalita, pochi rifugi, poca attrezzatura sulle vie (spit, corde fisse, etc.), poca gente in giro, poca o nessuna copertura telefonica, e ben presto ci si rende conto che questi 3900 m possono essere ben più ingaggiati ed avventurosi di tantissimi altri 4000.
La via che abbiamo scelto come iniziazione è tra le più facili del Glacier Noire: il Couloir Nord al Col Est del Pelvoux (D).
http://www.camptocamp.org/routes/54399/fr/col-e-du-pelvoux-couloir-n
La via presenta difficoltà abbastanza contenute su neve e ghiaccio (max 60°), ma è comunque bella e d’ambiente, con più di 1700 m di dislivello, e una discesa da 2000 m infinita; in giornata è già un bel viaggio. Siamo partiti a mezzanotte da Torino, alle 3 abbiamo lasciato l’auto a Pre de Madame Carle, alle 6 siamo arrivati a base canale, alle 9,30 al colle Est. Da lì l’idea originale era di concatenare il couloir Mettrier (AD 45° max) facendo gli ultimi 300 m fino alla cima del Pelvoux, ma avendo trovato parecchia neve da battere dai 3300 m in su, fino a 30-40 cm caduti nei giorni precedenti, il couloir sarebbe stato veramente estenuante e così abbiamo deciso di scendere e sfruttare un po’ di rigelo ancora presente sulla normale. In discesa abbiamo trovato una traccia che, insieme a un meteo perfetto, ci ha facilitato la vita e tolto ogni esitazione sulla scelta dell’itinerario, così alle 12,30 siamo arrivati al rifugio Pelvoux, (chiuso, nemmeno un’anima viva in giro), e alle 14,30 eravamo ad Ailefroide, pronti per chiedere un passaggio in autostop fino al Pre. Siamo stati accompagnati da due ragazzi della Valle Stura che quel giorno hanno salito il Couloir N del Coupe de Sabre, e che avevamo incontrato la notte nel Glacier Noire, unica cordata insieme a noi quel giorno in tutto il bacino.

La via ci è piaciuta molto, e il posto ancora di più; sicuramente ci toccherà tornare da quelle parti!

Goulottes a portata di Sci – Ravanel Frendo

Goulotte posta nel bacino dell’Argentiere a due passi dalla funivia dei Grands Montets. Bell’itinerario, tecnico, con pochi pericoli oggettivi e comodissimo da raggiungere. Il percorso completo termina all’intaglio tra la Punta Farrar e l’Aiguille Carrée; di fatto la maggior parte delle cordate si ferma in cima alla lunghezza chiave e scende in doppia: la continuazione è di scarso interesse tecnico.

Giornata bella, temperature estive, con gli sci si scende ancora fino a dieci minuti a piedi da Argentiere, lungo la pista chiusa a Lognan.

non smetterà MAI…..

Mont Blanc du Tacul – Pilier Gervasutti

Bellissima vetta con vere e proprie caratteristiche d’alta montagna; grandi pendii di neve a nord che precipitano sulla seraccata del Col du Midi e lunghi pilastri di rosso protogino a est circondati da creste e canali. La natura vi ha scolpito un’elegante via di salita alla vetta e un grande alpinista ne ha interpretato il disgeno e scoperto il pilastro.

Arrampicata molto logica ed elegante, ma non facile da trovare e che può essere spesso in cattive condizioni nella parte alta. Alcuni tiri del filo del pilastro sono esposti ed entusiasmanti… Una perla del massiccio!

Sarà ora per Yosemite…..