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Nord dell’Aiguille du Midi

L’inverno è finito da un po’, è ora finalmente di fare un po’ di alpinismo? La nostra soddisfazione ce l’eravamo comunque presa un sabato, quando abbiamo salito una via sulla Nord dell’Aiguille du Midi.

Via bellissima, una linea logica e verticale dalla base alla cima, per 1000 metri: all’incirca 500 di canale iniziale su neve e qualche roccetta, 5 diri di goulotte da 60 metri l’uno, 200 metri finali di cresta per arrivare in cima. Condizioni erano buone, qualche tratto di misto, uscita molto “interessante”, a un certo punto il ghiaccio finisce, o quasi….

Partiti dal rifugio del Plan de l’Aiguille alle 4 siamo usciti alle 15, ma avevamo davanti una cordata che ci ha costretto a lunghe attese dove la via diventa stretta e obbligata. Per noi è stata una bella fatica e una enorme soddisfazione, salita assolutamente consigliabile.

Ormai è tardi……

Goulottes a portata di Sci – Ravanel Frendo

Goulotte posta nel bacino dell’Argentiere a due passi dalla funivia dei Grands Montets. Bell’itinerario, tecnico, con pochi pericoli oggettivi e comodissimo da raggiungere. Il percorso completo termina all’intaglio tra la Punta Farrar e l’Aiguille Carrée; di fatto la maggior parte delle cordate si ferma in cima alla lunghezza chiave e scende in doppia: la continuazione è di scarso interesse tecnico.

Giornata bella, temperature estive, con gli sci si scende ancora fino a dieci minuti a piedi da Argentiere, lungo la pista chiusa a Lognan.

non smetterà MAI…..

Kandersteg – I più bei “ghiaccioli” d’Europa

E così sui due piedi, con l’ultimo numero di Vertical in mano, siamo andati a vedere com’è Kandersteg. La risposta è: fantastico! Il viaggio con l’auto sul treno ci diverte, dà l’idea di addentrarsi in un posto “diverso”, all’arrivo è buio ma ci sembra di intuire qualcosa…o forse è solo che non vediamo l’ora.

In puro stile borghese stiamo all’Hotel hermitage che, oltre a essere un posto dove si sta molto bene, ci permette di andare a scalare senza più usare la macchina. Il giorno dopo corriamo a comprare la guida, poi partiamo alla scoperta del settore più vicino e famoso: l’Oeschinenwald. L’alpine spirit qui non serve: l’avvicinamento è di 15 minuti dalla stanza per 20 metri di dislivello.

Siamo molto fortunati: in quello che è il settore più affollato troviamo 3 cordate prima di noi. Periodo azzeccato, a quanto pare, perchè già oggi – al momento della nostra partenza – la gente stava decisamente aumentando (nel we c’è anche l’Ice Festival).

Il livello generale è medio alto: per divertirsi secondo me è meglio avere qualcuno che tiri il V, poi qualche intermezzo più facile chiaramente si trova. Le candele predominano: mai viste tante tutte insieme, più “facili” o quasi impossibili.

Il riscaldamento, nella cultura svedese, non è contemplato: scaliamo Rottenpissoir/Groll subito, è quella più libera. In realtà facciamo in tempo a calarci e scalare anche la prima parte di Arborium, la classica, prima che diventi buio.

Il giorno dopo: Rubezahl, una delle classiche della zona, avvicinamento di ben 45 minuti. Cascata bellissima, verticale, impressionante a vedersi, da sotto. Il sencondo tiro è un diedro di ghiaccio, scalabile e divertentissimo, con uscita in camino. L’uscita facile si rivelerà essere un tiro verticale per una ventina di metri, con ghiaccio liscio e duro e con un paio di passi strapiombanti alla fine, ma che figata!

I terzo giorno partiamo (alle 10, come sempre) con intenzioni bellicose, ma fatti quattro passi capiamo che forse siamo un po’ stanchini dal giorno prima. Così ci rassegniamo a lasciare qualcosa per la prossima volta, scaliamo un paio di tiri più facili e facciamo un po’ gli spettatori. Ma ben presto decidiamo di averne abbastanza e ci buttiamo nella nuova frontiera dell’estremo. Basta cascate! Abbiamo scoperto che ci sono motivi più validi per venire a Kandersteg.

Il nuovo sport è molto più rischioso, si svolge a velocità elevatissime, richiede autocontrollo e perfetta padronanza tecnica, tutto si decide in un attimo, insomma ci vuole gran level…..le slitte . Peccato aver perso tutto quel tempo, prima, a ravanare al freddo.

Affilate le picche…

Affilate le picche…

…arriva il freddo vero tra poco!

La leggenda era questa, una cordata forte in circolazione partivano per la cascata magica ma non tornavano.

Sarebbero riapparsi solo al disgelo, con una tuta montura diventata bianca, barba lunga e occhiali a specchio spuntati da non si sa dove, si sarebbero nutriti di selvaggina per tutto l’inverno, avrebbo abbandonato le picche per salire cascate incredibili a mani nude.

Terminato il loro viaggio iniziatico, culminato in serate mistiche al chiaro di luna nelle selvagge valli melliche, sarebbero tornati, fortissimi ed illuminati.

E Sergio, sarebbe diventato, come Gandalf di ritorno da moria, SERGIO IL BIANCO!

Vi aspettiamo numerosi, mi raccomando, per il corso – Cascate di Ghiaccio!

Due giorni ad Argentière

Dopo corsi e ri-corsi (fatti e subiti) finalmente siamo riusciti a farci una due giorni sul ghiaccio tutta per noi.
Assieme ad altre due cordate conosciute al corso IA ci siamo diretti nel Briançonnaise e li, Prima a Frassinier e poi a Fournel abbiamo concluso la stagione (forse)
L’unico inconveniente….Capitani coraggiosi dalla seconda sbarra. Eterno !!! Ma decisamente un buon alenamento per far girare le bielle in alta quota.
Sabato su Le diedre pisciava decisamente, ma al gite le papillon di Argentiere abbiamo potuto asciugare tutto e rifocillarci a dovere.