Dopo più di un anno di attesa e preparativi finalmente siamo partiti.
Facendo scalo a Vienna, il 19 settembre atterriamo a Podgorica, capitale del Montenegro, dove Djuro ci attende con il materiale e con la Lada, il nostro fuoristrada per quest’avvenutura.
Per l’ora di cena raggiungiamo Zabljak, piccola cittadina nel nord del paese.
Ad accoglierci presso l’Mb hotel tre cose:
A: una pioggia torrenziale
B: una bottiglia di niksicko, la buona birra locale
C: un immenso piatto misto di carne
Tolto il punto A le restanti cose ci rimettono quasi del tutto in sesto dopo il viaggio.
Già… il viaggio… ma cosa cavolo ci siamo venuti a fare in Montenegro??
Bella domanda, ma forse è più bella la risposta: a SCALARE!!!! ovvio!
La cosa particolare di questo soggiorno arrampicatorio è che la falesia non esiste, dobbiamo crearla noi.
Con Marco Appino, Aspirante Guida Alpina, abbiamo tempo dieci giorni per chiodare e liberare venti linee sulla stupenda parete calcarea del Pirlitor, posta sulla sinistra idrografica del fiume Tara.
Il giorno successivo nonostante il tempo brutto iniziamo i lavori.
Le prime ad essere create sono sei linee facili, chiodate apposta per i bambini ed i neofiti. Le difficoltà si aggirano sul terzo e quarto grado e percorrono la piccola parete di un caratteristico panettone calcareo.
Con circa 2 giornate di lavoro terminiamo questo settore della falesia e possiamo,finalemente, dedicarci al vero grande progetto: una parete alta circa 40 metri e larga… tanto… ma tanto tanto!
Calcare grigio a tacche e gocce, muri verticali, pance, strapiombi e pure qualche fessura.Una miniera d’oro per i climber!
Il lavoro inizia con un bel “gioco” chiamato disgaggio!
A colpi di palanchino facciamo precipitare tutti i massi e le lame pericolanti che troviamo in parete. Con botti degni di capodanno si schiantano al suolo esplodeno in mille pezzi. Dopo ogni botto un sorriso persiste sui nostri volti, almeno fino a che non troviamo un altro masso a cui dedicarci!
Una volta pulita la parete è incominciata la fase d’individuazione delle possibili linee d’arrampicata.
Posizionando delle soste temporanee proviamo a salire assicurati dall’alto i tiri scelti segnando con la magnesite i punti in cui collocare gli ancoraggi. Se al termine della lunghezza il tiro pare degno di nota ripassimo i punti di magnesite con il pennarello.
Dopo aver segnato tre o quattro tiri passiamo al fase di perforatura e piazzamento degli ancoraggi con la resina.
Per circa otto giorni la nostra tabella di marcia è stata quella appena descritta, con questi orari:
colazione alle 7 e 30, in falesia per le 8 e 30 e rientro in albergo per le 20 circa.
Nonostante il limite imposto dalle batterie del trapano, gli incontri con serpenti e scorpioni, siamo riusciti a terminare la chiodatura in tempo per concederci 48 ore abbondanti per provare a liberare i tiri.
Su 20 tiri creati, nove sono stati quelli su cui ci siamo dovuti concentrare per la libera. I restanti undici si sono rivelati tutti tra il terzo ed il 6a+.
Avendo poco tempo, si è deciso di dividerci i tiri da liberare e per avere un metro di misura e confronto siamo partiti da due tiri liberati da entrambi.
Sappiamo bene che il grado dovrebbe essere dato sul tiro a vista ma per dare un’ idea di massima sulla difficoltà abbiamo voluto gradare comunque i tiri, anche se sono stati liberati al secondo o terzo giro.
Di seguito un breve resoconto dei tiri liberati:
The murderer: 6c+ liberato da Umberto
Nutellacrazia: 6c Umberto
Selezione all’uscita: 6c Marco
New daddy: 7b Umberto
More pivo more party: 7a+ umberto
Concordia: 7a Marco
Falsa partenza: 6c Marco
Team Buma: 7b+ Umberto
Trip in the night: 6b
e poi…
brodo: 6a
red berries: 5b
Black scorpion: 5c
Snake free: 6a+
Il cetriolo: 5a
Essendo il Montenegro grande come una delle nostre regioni, l’ultima sera ci siamo fatti 2 ore di auto per fare un po’ i turisti. Siamo stati sulla costa Adriatica nella splendida Kotor, una cittadina stretta tra il mare ed i monti.
Concludendo: il Montenegro ha un potenziale roccioso impressionante, il cibo è buono, la gente è ospitale e la birra costa poco!
Umberto Bado